Monthly: Maggio 2018

Google 1
Informatica, Tecnologia

Google 1, più cloud storage per tutti

Sempre più file, sempre più foto, video: spesso anche in risoluzione 4K. Le abitudini degli utenti stanno cambiando, e deve cambiare anche il cloud storage di Google: per questo da Mountain View hanno annunciato un nuovo marchio che si aggiunge alla galassia di quelli già disponibili, che servirà a differenziare il servizio gratuito di Drive da quello a pagamento. Google 1 cambia prezzi e spazi disponibili per i clienti, e sarà lanciato nei prossimi giorni negli Stati Uniti e in seguito anche nel resto del mondo.

Google Drive non cambia

Chi registra un account Gmail, o più in generale su una property Google, ottiene accesso anche a Drive: si tratta dell’offerta base di cloud storage, di archivio remoto, offerta da Google e comprende 15 gigabyte di spazio che possono essere utilizzati per stivare file, immagini e altri tipi di file. 15GB costituiscono anche il limite superiore di spazio disponibile nella propria casella di posta, da condividere con Drive: se, come accade spesso, si raggiunge questo limite si è costretti a cancellare qualcosa o a sottoscrivere un piano a pagamento per aumentare lo spazio.

Qui entra in gioco il nuovo Google 1. In pratica ora a Mountain View hanno deciso di attribuire un’etichetta diversa allo storage a pagamento, anche per far meglio comprendere che fa qualcosa di più che semplicemente ospitare posta, foto e i file di Google Docs. Google 1 è un archivio remoto a tutti gli effetti, che si pone in diretta concorrenza ai servizi Dropbox e Onedrive, e ora amplia la propria offerta con nuovi prezzi e nuovi tagli a disposizione dei clienti.

Il nuovo listino

Attualmente, quando si raggiunge il limite di 15GB si può optare per un upgrade a scelta tra 100GB a 19,99 euro l’anno (o 1,99 euro al mese), 1 terabyte a 9,99 euro al mese (99,99 euro l’anno) o salire addirittura fino a 10 tera sborsando quasi 100 euro al mese. Chi non può proprio fare a meno di accumulare file può arrivare anche ai tagli da 20 e 30 terabyte.

Nella nuova versione del listino targata Google 1 ci sono nuove tagli di spazio disponibile: resta invariata l’offerta da 100GB, c’è una nuova offerta da 200GB da 2,99 dollari (che probabilmente diventeranno 2,99 euro da noi), sparisce l’offerta da 1 tera sostituita da quella da 2 terabyte allo stesso prezzo (9,99 al mese). Inalterato il prezzo dei tagli superiori: 10 terabyte a 99,99 euro, 20TB a 199,99 euro, 30 tera a 299,99 euro al mese.

In più, i clienti paganti (anche quelli da 100GB) riceveranno un supporto diretto scritto per risolvere eventuali problemi riscontrati nell’uso del servizio. Infine, Google 1 comprende l’opzione famiglia per dividere lo spazio con fino a 5 utenti ciascuno dotato di una quota fissa e spazio separato distinto da quello degli altri.

Non è finita?

Il nome Google 1 lascerebbe pensare a un abbonamento unico che riunisca assieme tutti i servizi di Mountain View, dalla musica ai video, fino allo storage. Non è cosìGoogle 1 è solo l’offerta per espandere lo spazio storage a disposizione dei diversi servizi di BigG (in particolare Drive e Photo).

Fonte: The Next Tech

Biotech
Tecnologia

Cresce il biotech in Italia

ROMA – A fine 2017 erano 570 le imprese biotec attive in Italia. Il Rapporto 2018 racconta che il 76% del comparto è costituito da aziende di dimensione micro o piccola, come da tradizione industriale italiana. Il fatturato totale è pari a 11,5 miliardi di euro, con un incremento del 12 per cento tra il 2014 e il 2016. Tre quarti è legato al biotecnologico sanitario, il 68% generato dalle imprese a capitale estero (che pure rappresentano solo il 13%o di quelle censite).

Sono 13 mila gli impiegati nel settore. Gli investimenti in ricerca biotech superano i 760 milioni, con una crescita del 22% sempre nel biennio. Nel corso del 2016, il 72% delle imprese si è autofinanziato, oltre il 40% ha avuto accesso a grants di vario genere, il 22% ha fatto ricorso al capitale di debito, soltanto il 6% ha potuto accedere a finanziamenti di venture capital. La quota di imprese esportatrici risulta in tendenziale aumento, in questi ultimi anni. “Il 38% delle imprese italiane sono esportatrici contro il 5% dell’industria italiana”. La Lombardia si conferma la prima regione per numero di imprese (sono 162, pari al 28% del totale), investimenti in ricerca e fatturato. Per numero di imprese seguono Lazio (58) ed Emilia Romagna (57).

Luca Benatti, del Comitato di presidenza Assobiotec, ha detto: “Le imprese che operano in Italia rappresentano un comparto di indiscussa eccellenza. I dati emersi confermano una buona produzione scientifica di base, ma dimensioni troppo piccole e che stentano a crescere. Il settore è vitale, gli investimenti in ricerca non sono competitivi. Grazie alle più moderne innovazioni biotecnologiche stiamo vivendo una rivoluzione che apre scenari inesplorati in settori chiave come salute, alimentazione, ambiente. Lo sviluppo rischia, però, di essere frenato da ritardi strutturali e culturali che compromettono la competitività del nostro Paese”. Ancora: “C’è la necessità e l’urgenza di progettare nuovi modelli di sostegno alla ricerca innovativa mettendo insieme istituzioni e imprese, pubblico e privato per far correre l’Italia all’interno e non ai margini di questo cambiamento globale. Serve una strategia nazionale a favore di innovazione e ricerca per permettere alle imprese di superare il limite di una dimensione troppo piccola”.

La fotografia conferma il primato, già riscontrato nelle precedenti rilevazioni, delle imprese che operano nel settore delle biotecnologie applicate alla salute dell’uomo: sono 295, il 52%o delle imprese italiane nel settore. Il comparto salute genera un fatturato di 8,5 miliardi. Sono 314 i progetti sviluppati nel ramo. Il biotech italiano investe fortemente su quelle patologie che non trovano risposte terapeutiche adeguate: in ambito oncologico, neurologico o a proposito delle malattie degenerative. Grandi investimenti sono indirizzati verso le malattie infettive e lo sviluppo di vaccini. Si legge nel rapporto: “Sulle malattie rare la ricerca accademica italiane vanta il maggior numero di pubblicazioni scientifiche. Di sei prodotti di terapia avanzata attualmente autorizzati al commercio in Europa, tre sono frutto della ricerca italiana”.

Nel settore industria e ambiente, ancora,invece 162 imprese biotecnologiche, il 28% del totale. Con un fatturato di 2 miliardi di euro. Secondo stime Intesa Sanpaolo-Assobiotec, la bioeconomia in Italia nel 2016 ha prodotto per 260 miliardi di euro, corrispondenti all’8,3% sul totale dell’economia nazionale, in moderata crescita rispetto al 2015.

Sul fronte delle imprese che operano nell’area agricoltura e zootecnia in Italia, 50 sono le imprese biotech (il 9%). Il fatturato del settore sfiora i 900 milioni di euro. Un settore emergente è quello legato alla Genomica, Proteomica e delle Tecnologie abilitanti: 65 le imprese che lavorano in questo ambito, corrispondenti all’11%.

Fonte: Repubblica Tecnologia